Afro-cubano. Un’arte radicata nella storia

Dic 22, 2014 |

Com’è noto, la popolazione delle americhe ha subito un pesante “innesto” ad opera dei coloni europei a causa del deprecabile fenomeno dell’immigrazione forzata e dello schiavismo. Sono passati ormai secoli, e le culture vecchie e nuove, quelle degli indigeni, dei coloni e degli schiavi, si sono mischiate dando vita a processi sincretici, partorendo nuove culture, usi e costumi. Anche l’arte, com’è facilmente intuibile, è stata influenzata: il senso del ritmo innato nel sangue degli africani ha dato un tocco in più ai balli di matrice iberica delle popolazioni cubane: i presupposti alla base di quelli che oggi chiamiamo balli afro-cubani.

Tra le danze importate dagli spagnoli nella porzione caraibica dell’atlantico annoveriamo il fandango, il paso doble, il retambico e lo zapateo. A questi si sono poi affiancati lacontradanza, la gavotta, la mazurka, il minuetto e il valzer, balli però praticati prevalentemente dalle classi sociali più facoltose appartenenti all’etnia caucasica. Dalla commistione di questi generi ne sono nati altrettanti: in ambito teatrale abbiamo il bufo, la guaracha, la trova, il bolero e la canción; tra i più eleganti il “vals”, una rivisitazione del valzer in chiave popolare; i generi della “musica campesina”, strettamente legata al mondo del lavoro nei campi, a cui scandivano il ritmo, sono il danzón e il danzonete, la criolla, la contradanza, la guajira, la habanera, il punto guajiro e lo zapateo.

salsa
PhotoCredit: dall’archivio fotografico della scuola di danza Istituto Italiano Arte e Danza

Degno di una menzione particolare è il changüí, un genere originario nella regione cubana di Guantanamo, sviluppatosi negli ambienti frequentati dai lavoratori delle raffinerie della canna da zucchero e generato dal mix tra la chitarra spagnola ed i ritmi tipicamente africani. Quattro sono gli strumenti con cui viene eseguito: il bongo, strumento a percussione, il guayo (idiofono, genera suono mediante vibrazioni e raschiamento della superficie), la marimbula (o “kalimba”, una sorta di piccola arpa) e il tres. Una o più voci animano le note evocate.

Ai giorni nostri, tra le formazioni più note della scena afro-cubana ricordiamo i Buena Vista Social Club e i Timba. Negli anni ottanta era in voga anche dalle nostre parti la salsa, che è possibile ballare ancora oggi nelle balere. Tra le generazioni più giovani è diffuso il ballo del reggaeton, un genere tipicamente portoricano che prende forma dall’intrecciarsi della musica locale con i più moderni rap ed hip hop, nonostante le controversie riguardanti lo sviluppo di quest’ultimo genere per la sua carica provocatoria molto poco apprezzata dal governo.

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