“Brownfield”, copertina in metallo per un progetto di archeologia industriale

Dic 7, 2012 |

Brownfield non è semplicemente un libro di archeologia industriale fine a se stesso, è un progetto per immagini finalizzato alla conservazione della memoria storica e sociale di un luogo di lavoro e dell’umanità che operava al suo interno. Quella memoria storica che oggi troppo spesso si tende a non conservare perché ritenuta inutile allo sviluppo di una comunità.

Così Stefano Brianti, fotografo parmigiano, racconta la sua esperienza all’interno dell’ex fabbrica Bormioli: «Volumi immensi e deserti; svuotati di ogni funzione. Solo l’energia era ancora palpabile: l’energia del fuoco, della fatica, l’energia della macchina che domina sull’uomo. Un non-luogo dove ogni angolo, ogni cosa che trovavo lungo il mio cammino raccontava una storia; o meglio due: quella della Macchina, ventre creatore e quella dell’uomo, comunità organizzata presente al solo scopo di far funzionare al meglio la Macchina, ma capace di lasciare un segno ben più indelebile della Macchina che doveva controllare. Decisi allora che avrei dovuto perdermi per seguire le tracce di quelle storie; fu così che il mio viaggio lì dentro durò due mesi».

Come nel suo stile, la Fermoeditore ha scelto per questo lavoro materiali che trasmettono forti emozioni visive e tattili fin dal primo approccio: con chiaro riferimento alla fabbrica, la copertina è una lamina di metallo dall’aspetto freddo e duro, in realtà malleabile. Una specie di porta che si apre sull’esperienza sensoriale della carta usomano di nervatura importante, sottilmente polverosa per la presenza di un invisibile velo d’amido, e all’esperienza visiva del forte segno fotografico. Alcune copie avranno un contenitore di plexiglas assemblato con bulloni: ancora un riferimento al vetro e alla fabbrica. Il risultato è un oggetto d’arte in sole trecento copie, numerate e firmate dall’autore.

Le fotografie sono corredate da testi critici di Marco Adorni e William Gambetta, ricercatori del Centro Studi Movimenti di Parma e di Paolo Barbaro, laureato in Lettere con una tesi in Storia della Fotografia all’Università di Parma nel 1977, è inoltre curatore della Sezione Fotografia del Centro Studi e Archivio della Comunicazione dello stesso Ateneo.

Brownfield sarà presentato domenica 16 dicembre alle ore 17.30 a TPalazzo (Palazzo Dalla Rosa Prati, Strada Duomo 7, Parma); interverranno Fermo Tanzi, editore / Stefano Brianti, autore / Marco Adorni e William Gambetta, ricercatori del Centro Studi Movimenti di Parma / Paolo Barbaro dello C.S.A.C (Centro Studi e Archivio della Comunicazione) dell’Università di Parma, Professore di storia della fotografia.

In contemporanea sarà inaugurata una mostra fotografica dedicata al libro, che proseguirà fino al 26 dicembre.

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