Il fascino della bicicletta Graziella

Gen 18, 2013 |

Erano gli anni Sessanta – gli anni del grande boom – e i ragazzi italiani scoprivano per la prima volta la libertà dalle convenzioni e dall’antica cultura patriarcale dell’Italia contadina. Scoprivano i Beatles, ma anche il rock and roll, il cinema americano più ribelle e le icone di una vita spregiudicata come quella di Marylin Monroe.
Muoversi da un posto all’altro, viaggiare, dormire fuori casa divennero dei must per chi aveva il desiderio di costruire la propria identità senza influenze da parte degli adulti. Per questo motivo, ogni vettura che consentisse di raggiungere l'”altrove” in maniera più veloce divenne oggetto di culto: capitò alla Cinquecento, ma fu la stessa cosa che accadde anche con le biciclette.
Tra tutte le biciclette simbolo di questa sfrenata voglia di vivere senza limiti, la Graziella fu quella che riscosse maggior successo. Sarà stato per il suo design robusto ma essenziale, per le sue buffe piccole ruote o per i colori sgargianti con cui venne immessa sul mercato, fatto sta che diventò un oggetto alla moda in pochissimi anni. Non c’era ragazzo o ragazza che non desiderasse muoversi su due ruote come Brigitte Bardot nella nota pubblicità, magari abbinando alla bicicletta degli accessori come il famoso cestino Graziella.
Successivamente, quando negli anni Ottanta la casa di produzione interruppe la vendita di Grazielle, la bicicletta divenne un oggetto da collezione, al punto che oggi i veri fan ne conservano gelosamente i loro esemplari restaurati.
Per fortuna, la casa di produzione Bottecchia ha accontentato tutti gli appassionati, creando una nuova versione della Graziella. La nuova Graziella segue la linea della mitica bici degli anni Sessanta, ma ha anche accessori tecnologici e dettagli moderni. In questo modo, la linea rispetta il vecchio canone innovandolo.
La presentazione della nuova Graziella si è tenuta a fine 2012 a Milano, e la bici è già oggetto di entusiasmo da parte degli appassionati. Ne esistono tre versioni: blu, nera e panna. Tu quale preferisci?

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