Segreti dell'”oggetto prezioso” per eccellenza.
I lingotti d’oro rappresentano certamente il volto più “concreto”dell’investimento in un bene rifugio classico e sicuro come è l’oro: pochi altri impieghi del nostro patrimonio sono in grado di conservare il loro valore nel tempo come il biondo metallo, da millenni al tempo stesso materia prima indispensabile per migialia di lavorazioni e indiscusso principe della gioielleria. Ma quali segreti nascondono i lingotti?
Per prima cosa è bene sapere che esistono decine e decine di tagli diversi di lingotti a seconda del peso, ognuno di questi scambait osul mercato dei preziosi con una sua valutazione e un suo mercato. I tagli variano nell’uso a seconda del paese di riferimento. Nelle riserve auree della maggior parte degli Stati, il peso è quello di 400 once troy, circa dodici chili e mezzo (l’oncia troy è equivalente a 31,1034768 grammi); altre unità di misura sono il tael (50 grammi) e il tola (11.6638038) utilizzati in diversi stati dell’Asia, dal Medio Oriente alla Cina passando per l’India.
Come per la fabbricazione di tutti i lingotti, i lingotti oro vengono realizzati portando l’oro oltre il suo punto di fusione (1064,18 gradi centigradi) e modellandoli negli appositi stampi. Nei negozi e nelle oreficerie di solito si fa uso di forni a induzione con crogioli di materiale come la grafite; questi vengono inseriti nel forno, l’oro viene praticamente fatto “bollire” (soprattutto quando deriva da oggetti diversi come i gioielli), si fa scaldare la staffa (lo stampo per l’oro) e intanto si inserisce il metallo nel forno (eventualmente prima si aggiunge acido borico, come indicato sul sito http://www.acidoborico.it , per salvaguardare il lingotto).
Quando il crogiolo è a temperatura, si “mescola” il metallo con un bastone di grafite e quando non ci sono più emissioni di fumo da far assorbire con la grafite l’oro dovrebbe essersi completamente fuso. Una volta che il metallo si è liquefatto in maniera omogenea, con un’apposita pinza si afferra il crogiolo e si versa il contenuto nello stampo. Il lingotto così creato si solidifica in breve tempo e va inserito in una vasca di decappaggio, dove l’acido nitrico provvederà a eliminare qualsiasi impurità residua nella barra: il risultato sarà il classico lingotto che tutti conosciamo, dalla forma perfetta e dall’inconfondibile lucentezza.
Il più grande lingotto d’oro del mondo pesa 250 chili ed è stato fuso per conto della Mitsubishi nel 2005, con un valore che all’epoca superava i tre milioni e mezzo di dollari: non male per un singolo lingotto. Ancora più impressionante è pensare che con laumento dei prezzi ora il pezzo vale quindici milioni di dollari, senza contare il “premium” costituito dall’essere l’unico esemplare del suo genere: ancora una volta una riprova del fatto che l’oro è un bene rifugio sicuro e destinato ad aumentare il suo valore nel tempo, una solida alternativa ad altri impieghi e investimenti che la crisi ha reso meno affidabili.
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